giovedì 8 novembre 2007

radiohead beffati dai fans? non direi proprio!

E' appena arrivata la smentita ufficiale dei Radiohead: le cifre divulgate da comScore non sono attendibili visto che solo i gestori del sito web dei Radiohead possono conoscerle.
Direi che è sospetto invece il modo in cui a tali notizie sia stata data rilevanza e come ad esse sia stata data una accezione negativa.
Non so su cosa siano basate le statistiche di comScore ma a questo punto non possono che essere basate su calcoli e su statistiche molto generalizzate, quindi probabilmente imprecise, ma anche se così fosse e se la percentuale di utenti che ha scaricato 'In rainbows' gratis fosse del 65% allora non si potrebbe certo parlare di fallimento come ho letto in molti blogs e giornali.
Mi sembra che un 35% di persone disposte a pagare qualcosa che potrebbero avere gratis sia uno straordinario successo e un segnale forte di quello che potrebbe essere un nuovo trend.
Ovvio che i 'vecchi poteri', le case discografiche in regime di semimonopolio, non possono sopportare di vedersi scavalcate e cercano giustamente in tutti i modi di limitare i danni.
La verità è che ad un qualsiasi artista che abbia una certa notorietà internazionale conviene agire in maniera autonoma, massimizzando i ricavi e risparmiando su tutta la filiera: dalla produzione alla distribuzione.
Questo perchè tale artista non ha bisogno dell'unica cosa che le case discografiche possono fornire: promozione e visibilità.
Tranquilli, le major non scompariranno, stanno solo mutando e riducendo gli organici dopo le orge e le cifre folli degli ultimi 25 anni, che hanno visto il mercato musicale gonfiarsi in maniera spettacolare.
Probabilmente aumenteranno i punti di contatto con le agenzie pubblicitarie, ma già da tempo questa mutazione era in atto e gli ultimi sviluppi l'hanno solo accelerata.